In questo articolo spiegheremo come bisogna agire nel caso in cui l’impianto condominiale sia privo di messa a terra. Vedremo chi è responsabile della sicurezza condominiale e se per la regolarizzazione dell’impianto elettrico serve il consenso condominiale, oltre a come vanno divise le spese per tale regolarizzazione.
Cos’è la messa a terra?
La “messa a terra” è il sistema di sicurezza di un impianto elettrico che protegge dal pericolo di rimanere folgorati nel caso di guasto o di malfunzionamento.
Tecnicamente, la messa a terra è costituita da dispersori che hanno il compito di convogliare verso il terreno le correnti di guasto di un impianto elettrico.
Infatti in caso di guasto accidentale, la messa a terra fa scattare automaticamente il cosiddetto “salvavita”, cioè l’interruttore differenziale in grado di interrompere il flusso in un circuito di un impianto elettrico.
Condominio: la messa a terra è obbligatoria?
Per la legge la messa a terra è obbligatoria in tutti gli edifici condominiali.
Questo vale sia per edifici nuovi sia per le costruzioni esistenti, che devono necessariamente provvedere ad adeguare il proprio impianto attraverso l’installazione di tale sistema di sicurezza.
Inoltre, si precisa che, se il condominio è anche luogo di lavoro (ad esempio, perché è presente il portiere oppure qualche altro dipendente), l’edificio va sottoposto obbligatoriamente a verifica biennale della messa a terra.
Chi è responsabile della sicurezza in condominio?
L’amministratore è il responsabile della sicurezza condominiale. Sarà quindi suo dovere assicurarsi della presenza e del buon funzionamento della messa a terra. Altrimenti, se dovesse accadere qualcosa per via della mancanza della messa a terra nell’impianto elettrico dell’edificio, potrebbe essere ritenuto civilmente e penalmente responsabile di quanto successo.
Per tale ragione, l’amministratore può incaricare una ditta affinché proceda all’installazione del sistema di sicurezza, regolarizzando così il condominio davanti alla legge.
Messa a norma impianto elettrico: serve il consenso dell’assemblea?
L’amministratore può procedere alla realizzazione della messa a terra anche senza il consenso assembleare. I condòmini non potranno opporsi, trattandosi di un adempimento imposto dalla legge. Sarebbe infatti nulla una delibera in cui l’assemblea si oppone alla dotazione di messa a terra dell’impianto.
Secondo la Cassazione, la messa a norma della struttura condominiale va considerata come attività di manutenzione urgente, per cui l’amministratore può provvedervi direttamente senza necessità di autorizzazione.
Condominio: come si dividono le spese per la messa a terra?
Le spese per la realizzazione della messa a terra condominiale devono essere ripartite tra tutti i condòmini, in base ai millesimi di proprietà.
Si tratta infatti di servizio comune di cui beneficiano tutti i proprietari, i quali sono quindi chiamati a corrispondere ciascuno la propria quota.
Come abbiamo detto non è possibile opporsi alla realizzazione della messa a terra, di conseguenza nemmeno al pagamento delle spese derivanti dai lavori della sua installazione. Non importa quindi se i lavori sono stati commissionati dall’amministratore senza il consenso dell’assemblea: se un condomino volesse rifiutarsi, l’amministratore può agire per il recupero della quota non versata, anche mediante decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo.