I rumori degli elettrodomestici in funzione sono da alcuni anni un tema “caldo” per gli amministratori condominiali e i condomini.
Purtroppo si tratta di una materia complessa che si basa anche sul livello di sopportazione che possono avere i condomini. Sicuramente è una delle cause principali di litigi tra vicini di casa. Andiamo per ordine e vediamo cosa dicono le normative in merito.
Quali norme disciplinano gli orari di utilizzazione degli elettrodomestici nei condomini?
Bisogna guardare tre tipologie differenti di normative:
- il codice civile;
- il regolamento di polizia urbana del Comune in cui è ubicato l’immobile;
- il regolamento condominiale.
Quindi possiamo tranquillamente affermare che la risposta è dipende dal comune dove risiedete. Infatti alcuni Comuni vietano i rumori tra le 22 e le 8, altri in orari differenti.
Sia chiaro la rumorosità è conseguenza spesso inscindibile rispetto all’esercizio di determinate attività o all’uso di specifici oggetti. Le norme pretendono che l’utilizzazione avvenga in modo tale da non recare disturbo ai vicini.
In questo caso l’accertamento della violazione è responsabilità della polizia locale che è quella che deve essere chiamata ad intervenire.
Utilizzazione elettrodomestici secondo il regolamento condominiale
Il regolamento condominiale può contenere norme che limitino le facoltà d’uso dei singoli comproprietari sulle parti comuni e su quelle di proprietà esclusiva in determinate fasce orarie.
Le violazioni del regolamento condominiale possono essere denunciate all’Autorità Giudiziaria, naturalmente cercando prima soluzioni pacifiche tra condomini o facendo intervenire l’amministratore condominiale.
Cosa prevede il codice civile riguardo l’utilizzazione degli elettrodomestici in condominio
Se il regolamento di polizia urbana e quello condominiale non dovessero disporre nulla in merito ai rumori resta sempre il codice civile, che prevede che chi causi un rumore intollerabile potrebbe essere citato all’Autorità Giudiziaria per verificare tale intollerabilità al fine di ottenere l’inibizione di quel comportamento.
Naturalmente sta alla “vittima” dimostrare l’intollerabilità del rumore. Si tratta chiaramente dell’estremo passo se non si ottengono in modo pacifico soluzioni.
Il silenzio assoluto in condominio
Deve essere chiaro un concetto però espresso dalla Corte di Cassazione: non esiste il diritto al silenzio assoluto!
Infatti, la sentenza della Cassazione recita così:“il limite di tollerabilità non è assoluto, ma relativo alla situazione ambientale, secondo le caratteristiche della zona, per cui tale limite è più basso in zone destinate ad insediamenti abitativi, ma è anche vero che la normale tollerabilità non può essere intesa come assenza assoluta di rumore. In altri termini, il fatto che un rumore venga percepito non significa anche che sia intollerabile. La normale tollerabilità, poi, va riferita alla sensibilità dell’uomo medio. Non si può, infine, non tenere conto della durata continua o della occasionalità delle immissioni sonore”(Cassazione 11 febbraio 2011 n. 3440).
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