Alcuni oneri per i lavori condominiali si possono indicare nella dichiarazione dei redditi per diminuire le imposte da pagare.
Vediamo quali spese condominiali si possono detrarre dalle tasse, una volta riportate nel modello 730 e a condizione che l’amministratore abbia fatto le dovute comunicazioni all’Agenzia delle Entrate.

Devi sapere che queste detrazioni sono consentite solitamente nel limite del 50% della spesa sostenuta e con una soglia massima di 60mila euro all’anno. Tuttavia, in realtà ogni tipo di intervento agevolato ha la sua specifica detrazione. Ad esempio alcuni bonus temporanei (validi fino al 31 dicembre 2024, salvo proroghe), come quello per le ristrutturazioni, prevedono una detrazione di importo superiore, fino a 96mila euro complessivi, mentre altri, come il bonus verde, hanno limiti molto più bassi: il 36% e fino a 5mila euro. Il Superbonus, inizialmente al 110%, è poi sceso al 90% e non verrà più riconosciuto dal 2025.

Quindi è bene controllare l’esatta detrazione spettante in fase di dichiarazione dei redditi, ricordando che le detrazioni non valgono se si è usufruito dello sconto in fattura o della cessione del credito.

Spese condominiali detraibili: quali sono?

Sono detraibili dall’Irpef le spese per lavori eseguiti sulle parti comuni condominiali (vedi art. 1117 del Codice civile) con uno dei vari bonus previsti per le ristrutturazioni, la manutenzione straordinaria e gli interventi di restauro o di risanamento conservativo degli edifici.

Tra gli interventi con detrazioni ricadono quelli eseguiti con il bonus facciate per il rifacimento delle parti esterne, l’ecobonus per l’efficientamento energetico, il sismabonus per i lavori di adeguamento antisismico, il bonus sicurezza per la messa a norma di ascensori e impianti e per l’installazione di sistemi di videosorveglianza di viali, scale ed androni, ed anche il bonus verde per i cortili ed i giardini, oltre al noto Superbonus. Restano riconosciute anche le detrazioni già concesse negli anni passati per i bonus ormai scaduti, nelle rate ancora da fruire come credito Irpef, fino ad un massimo di 10 anni.

Inoltre rimangono valide le detrazioni per gli interventi agevolati eseguiti anche all’interno delle singole unità abitative, e dunque pagati esclusivamente dal condòmino proprietario, come quelli per l’eliminazione delle barriere architettoniche , il risparmio energetico, il contenimento dell’inquinamento acustico, l’esecuzione di opere di prevenzione degli infortuni domestici.

Detrazione spese condominiali: a chi spettano?

Possono usufruire delle detrazioni per gli interventi effettuati sulle parti comuni degli edifici condominiali residenziali tutti i condomini titolari del diritto di proprietà, o di altro diritto reale o di godimento, sulle unità immobiliari che compongono il condominio, in base alle rispettive quote di proprietà.

La detrazione non avviene in blocco in un unico anno ma viene ripartita al condomino in 10 anni.

Tutto ciò a condizione che la quota contenente le spese condominiali detraibili sia stata effettivamente versata all’amministratore entro l’anno d’imposta considerato e comunque entro i termini di presentazione della dichiarazione dei redditi.

Adempimenti dell’amministratore

L’amministratore, con le quote ricevute dai condomini, esegue un bonifico all’impresa che ha eseguito i lavori agevolati sulle parti comuni. La data di tale bonifico fa fede per il riconoscimento della detrazione Irpef spettante ai condomini. I dati comunicati dall’amministratore all’Agenzia delle Entrate dovrebbero, poi, risultare nella dichiarazione precompilata (modello 730 o modello Redditi); se così non fosse, il contribuente dovrà integrare le informazioni mancanti prima di procedere all’invio.

Inoltre, anche se i lavori condominiali fiscalmente agevolati vengono normalmente approvati  con delibera dell’assemblea, l’amministratore è tenuto a rilasciare ai condomini interessati a fruire della detrazione una certificazione in cui risulta l’ammontare delle spese sostenute nell’anno di riferimento per gli interventi ammessi in detrazione, e la quota parte millesimale di ciascuno. La documentazione di riferimento deve essere conservata per 10 anni, che come anticipato è il periodo in cui deve viene ripartita la detrazione.

Condomini senza amministratore

Anche i condomini minimi (sono tali quelli composti da non più di 8 condòmini), che non hanno l’obbligo di nomina dell’amministratore e sono privi di codice fiscale, possono beneficiare ugualmente delle detrazioni, a condizione che, come precisato dall’Agenzia delle Entrate:

  • il pagamento sia stato effettuato con l’apposito bonifico parlante (indicando nella causale il riferimento alla norma che prevede l’agevolazione, il codice fiscale di chi esegue l’operazione e dell’impresa che riceve l’accredito);
  • se il condominio non ha codice fiscale, va indicato in dichiarazione il numero di codice fiscale del condòmino che ha effettuato il bonifico;
  • venga conservata e resa disponibile all’Agenzia delle Entrate, in caso di controlli, la documentazione attestante l’esecuzione degli interventi sulle parti comuni dell’edificio (e non nelle singole abitazioni private).