Debiti col condominio:  tempi massimi per la riscossione delle spese condominiali.  

Nonostante per legge l’amministratore debba avviare la riscossione entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio, talvolta il debito si trascina per anni. Ecco che allora, ci si chiede: quando vanno in prescrizione le spese condominiali? Quanto tempo ha l’amministratore per richiedere il pagamento delle quote arretrate? Come funziona la prescrizione per i debiti di un inquilino in affitto? Vediamolo in questo articolo, attenendoci alle regole del Codice Civile.

Quando si prescrivono le spese condominiali ordinarie?

Le spese condominiali possono essere di due tipi. Ci sono le quote ordinarie, riscosse ogni mese e di importo sempre uguale: riguardano i consumi e l’amministrazione dei beni comuni. Ci sono poi le quote straordinarie, riscosse solo a fronte di oneri imprevisti come la ristrutturazione o la riparazione di parti comuni come il tetto, i cornicioni, l’ascensore, ecc.

A seconda che le quote siano ordinarie o straordinarie, la loro prescrizione segue regole diverse. Partiamo dalle prime.

In linea generale, come prevede l’articolo 2946 cod. civ., la prescrizione scatta dopo 10 anni, ma per i pagamenti periodici che devono essere effettuati almeno una volta all’anno la prescrizione è di 5 anni. Quindi la prescrizione delle quote ordinarie è di 5 anni, con il termine che inizia a decorrere dall’approvazione del piano di riparto da parte dell’assemblea.

Quanti anni arretrati l’amministratore può chiedere in pagamento?

Se l’amministratore non ha mai interrotto la prescrizione, può chiedere al condomino moroso solo gli ultimi cinque anni di quote ordinarie. Le altre sono cadute in prescrizione e non possono essere più riscosse. Questo caso però è piuttosto insolito dato che all’amministratore è imposto per legge di agire contro i condomini morosi entro 6 mesi dalla chiusura dell’esercizio, incaricando un avvocato di propria fiducia affinché proceda alla riscossione.

Qual è la prescrizione delle quote condominiali straordinarie?

Per le spese straordinarie, quelle dovute solo in occasioni eccezionali, il termine di prescrizione è di 10 anni.  Il termine di prescrizione delle spese straordinarie decorrerà dalla delibera di approvazione del consuntivo della spesa e del relativo riparto tra i condomini.

Da quando decorre la prescrizione dei debiti col condominio?

Il termine di prescrizione delle quote condominiali, sia quelle ordinarie che straordinarie, inizia a decorrere dalla data in cui l’assemblea di condominio approva il rendiconto e lo stato di riparto presentati dall’amministratore. 

La prescrizione poi si azzera e si rinnova ad ogni approvazione dello stato di riparto da parte dell’assemblea condominiale, quindi ogni anno. In quell’occasione, quindi, l’amministratore può interrompere il termine di prescrizione e farlo decorrere nuovamente da capo portando, a fine anno, il credito nel rendiconto e chiedendo all’assemblea di approvare il nuovo documento.

Cosa accade se l’amministratore interrompe la prescrizione?

L’amministratore può interrompere il termine di prescrizione in vari modi oltre alla possibilità di convocare l’assemblea per l’approvazione del piano di riparto contenente i crediti non riscossi. 

Egli può notificare una diffida di pagamento a mezzo raccomandata a.r. o a mano facendola controfirmare per accettazione. In alternativa può notificare un decreto ingiuntivo.

L’interruzione del termine di prescrizione fa ripartire il conteggio da capo, offrendo all’amministratore altri cinque anni per agire.

Quali sono le responsabilità dell’inquilino in affitto riguardo alle spese condominiali?

L’inquilino in affitto ha l’obbligo di pagare le spese condominiali (gli oneri accessori), anche se tale obbligo è nei confronti del locatore e non del condominio.

Le spese condominiali che deve sostenere l’inquilino sono indicate sul contratto o in assenza di specificazione, si tratta di quelle relative ai servizi comuni: pulizia, manutenzione dell’ascensore, fornitura di acqua, energia elettrica, riscaldamento e aria condizionata. L’inquilino deve corrispondere gli oneri accessori entro 60 giorni dalla richiesta del locatore.

La prescrizione delle quote condominiali dovute dall’inquilino è di 2 anni che decorrono da quando il locatore ne fa richiesta.

Che succede se l’inquilino non paga le spese condominiali? L’amministratore di condominio non può riscuotere le bollette dall’inquilino: può farlo solo il proprietario dell’appartamento. Questi può procedere anche allo sfratto a patto però che l’importo degli oneri accessori non pagato abbia raggiunto almeno due quote di canone di locazione e il ritardo sia superiore a 60 giorni.